Inaugurazione nuova sede Fondazione Reggio Tricolore – 7 dicembre 2017

E’ stata inaugurata giovedì 7 dicembre la nuova sede dellaFondazione Reggio Tricolore di via Marsala 20, una casa storica per la sinistra reggiana, che in 40 anni è stata sede del Pci, Pds, Ds e Pd oggi rimessa a nuovo per valorizzare il patrimonio librario e la collezione di quadri che ospita.

L’inaugurazione, alla quale erano presenti numerosi esponenti ex Pci in un clima di festa (ndr, ma anche in parte di malinconia politica…), è iniziata con l’intervento di Dumas Iori presidente della Fondazione Reggio Tricolore, al quale sono seguiti quello del segretario del circolo Pd Reggio 3 Villiam Orlandini, del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, del critico d’arte Sandro Parmiggiani e del presidente dell’associazione Berlinguer di Roma Ugo Sposetti. SedeFondazioneTricolore

“Compagni e compagne”, l’incipit del saluto storico di una storica sinistra reggiana non è mancato in diversi interventi e saluti dei presenti, fra un brindisi e l’altro, avvolti nell’atmosfera della galleria di quadri di Vittorio Cavicchioni e dei libri su Togliatti e Berlinguer.

A festeggiare l’evento inaugurale erano presenti anche il segretario Pd Andrea Costa con il vice Andrea Tagliavini, il presidente Anpi Ermete Fiaccadori, l’ex segretario Pci Antonio Bernardi, e l’ex segretario Ds Giulio Fantuzzi, l’ex Sen. Alessandro Carri, l’Assessore Valeria Montanari, il Direttore di Istoreco Nando Rinaldi, l’Ex segretario Cgil Franco Ferretti e il presidente di Iniziativa Laica Giorgio Salsi.

La Casa del Popolo di via Marsala è stata costruita nel 1947-48 dagli operai delle Reggiane della zona lungo Crostolo, e ultimata nel 1949. Nei 500 metri quadrati su due piani trovavano posto la sezione del PCI locale e del circolo culturale e ricreativo Casa del Popolo Lungo Crostolo; al piano Martiri7Luglioterra: la sala cinema, il bar, il cortile che ospitava anche una piccola pista da ballo, la cucina. Al piano superiore gli uffici e gli appartamenti. In uno viveva il custode, l’altro era dato in affitto a prezzo calmierato già dall’inizio del 1950.

Era sempre aperta la sezione di via Marsala. Si facevano i dopo scuola, si riuniva l’UDI (Unione Donne Italiane), si svolgevano gli incontri del sindacato, dell’Anpi e di tutte le associazioni della sinistra. Era frequentata dai Pionieri e qui si organizzavano i campi gioco della provincia.

Molto frequentata ad ogni ora, era un continuo via vai di persone e la poderosa macchina del Pci e della Fgci ne erano il fulcro. In questa sede nacquero decine di dirigenti di partito e di associazioni, un punto di riferimento della città.

70 anni di storia irripetibile per un luogo che ha contribuito alla vita della città e che può continuare con nuove forme e modi a essere punto di incontro del nostro popolo.

Video:

L’intervento di Dumas Iori

L’intervento di Villiam Orlandini

L’intervento di Luca Vecchi

Il pozzo di Gaturanda

Titolo del programma: Miglioramento dello sfruttamento delle risorse idriche in acqua potabile, riabilitazione delle infrastrutture igieniche e loro gestione da parte delle comunita’ rurali nella Provincia di Kirundo-Burundi

Luoghi di svolgimento dell’intervento: Burundi, Provincia di Kirundo, Comuni di Bugabira, Busoni, Bwambarangwe, Gitobe, Kirundo

Durata del progetto: Avviato nel 2007 – in corso.

Partner locale: ONG CAPRD

Origini: L’ONG GVC presente in Burundi dal 1995 e nella Provincia di Kirundo dal 2000, ha realizzato una serie di programmi di emergenza in differenti settori: socio-sanitario, nutrizione, educazione, sicurezza alimentare, rafforzamento dei servizi di base a vantaggio della popolazione locale, acqua e risanamento. A partire dal 2006 ha iniziato un serie di interventi di sviluppo, sia nella Provincia di Bujumbura Rurale che nella Provincia di Kirundo, in particolare un programma su acqua e risanamento.

Contesto: Il Burundi è uno dei paesi più poveri del mondo e dopo la fine della guerra continua a necessitare dell’aiuto internazionale per ricostruzione. Il tasso di distribuzione di acqua potabile a livello nazionale si aggira intorno al 40% a causa della mancanza di manutenzione delle infrastrutture idrauliche. In ambiente rurale, a livello domestico, la situazione è ancora più allarmante: l’insufficienza dei punti di approvvigionamento di acqua potabile, la loro lontananza e spesso il costo elevato dell’acqua potabile spinge la popolazione a servirsi dell’acqua dei laghi, inquinata da agenti patogeni, che contribuiscono alla diffusione di malattie di origine idrica (colera, dissenteria bacillare, verminosi, ecc).

Questo programma si è posto l’obiettivo di migliorare la qualità dell’acqua nei villaggi selezionati dal progetto e le condizioni sanitarie e igieniche delle popolazioni nella Provincia di Kirundo. Il programma è finanziato dall’Unione Europea, UNICEF e donatori privati.

Dal 2007 ad oggi le principali attività realizzate e obbiettivi raggiunti sono stati Costruzione e ripristino di 326 punti d’acqua (sorgenti, pozzi e sistemi di raccolta di acqua piovana); costruzione di 117 blocchi di latrine (468 latrine individuali) in 27 scuole primarie e 18 centri sanitari, e infine la formazione a 362 comitati di gestione di sorgenti (318), di pozzi e latrine (45) e a 106 persone operai specializzati. Il numero dei beneficiari per i punti d’acqua costruiti o ripristinati è stato quantificato in 346.248 persone; per la componente servizi igienico-sanitari il progetto ha raggiunto 18.770 studenti di scuole elementari e 235.944 persone che frequentano i centri di salute, per un totale di 254.714 persone. La copertura di acqua potabile per persona nei cinque comuni è aumentato attraverso il programma dal 23,2% del 2007 al 38,2% del 2011, tenendo conto dell’aumento della popolazione durante questi anni.

Localizzazione

Gaturanda comune di Bugabira nella provincia di Kirundo

latitudine: 2.393451

longitudine: 30.012687

Il progetto si è concluso.

Cooperazione nella Puna argentina

Titolo del progetto: Generazione e consolidamento di cooperative nella Puna Argentina

Luoghi di svolgimento dell’intervento: Argentina, San Salvador de Jujuy, Salinas Grandes

Durata del progetto: 38 mesi (15/12/2008 – 15/02/2012).

Partner locale: Vescovado di Jujuy, Caritas diocesana Jujuy

Partner in Italia: CEFA Bologna

Il “Progetto di generazione e consolidamento di imprese cooperative della Puna Argentina” e’ un progetto che da 3 anni si implementa in 4 comunità dell’area di Salinas Grandes (a 3.600 mslm) nella provincia di Jujuy (estremo nord argentino).
Le principali attività svolte hanno come obiettivo l’appoggio e rafforzamento produttivo ed istituzionale di gruppi di produttori e produttrici in varie aree di lavoro peculiari della Puna: estrazione del sale; artigianato tessile andino; agricoltura e turismo rurale comunitario.
In particolare i settori del turismo rurale comunitario, agricoltura biologica e produzione di artigianato tessile andino si complimentano tra loro nell’arricchimento del potenziale che l’offerta turistica a livello comunitario può offrire. L’area di Salinas Grandes presenta una ricchezza geologico/paesaggistica, archeologica, antropologica e naturalistica che la rendono un attrattivo turistico importante nella provincia, almeno potenzialmente. Si è lavorato fortemente coi gruppi di giovani delle comunita’ su temi formativi di guida turistica, pronto soccorso, conoscenza del territorio nel “racconto” al turista, accoglienza e gastronomia andina, ma ad un certo punto si è reso inevitabile la necessità di poter contare con infrastrutture che supportassero il potenziale di risorse umane che si stava entusiasticamente formando ed organizzando. Ragion per cui in 2 comunità, El Moreno e Carrizal, ad alta vocazione turistica per la presenza di bellissimi circuiti di trekking e della cima andina del Chani (già meta di scalatori di tutto il mondo) si è investito nella costruzione/ristrutturazione di 2 “centri di accoglienza turistica” che potessero garantire un luogo fisico di incontro per i viaggiatori o gruppi di turisti con possibilità di registrarsi, visionare l’offerta turistica (ed artigianale), godere di un pranzo andino e servizi sanitari adeguati. La presenza di infrastruttura turistica è la condizio sine qua non per poter promuovere e commercializzare il “prodotto” del turismo rurale nelle agenzie delle provincie di Salta e Jujuy, naturalmente con un chiaro target di turista tipo e rispettando condizioni di mercato equo e solidale per le comunità, che garantiscano ai beneficiari un reddito degno e la possibilità di averlo restando a vivere e lavorare nella propria comunità. Questo è uno dei risultati che il progetto si è prefissato fin dall’inizio: contrastare la migrazione interna (comunità punena/città) per mancanza di opportunità lavorative, una dinamica quella dell’abbandono delle comunità originarie che oltre a creare ulteriori sacche di marginalità urbana sta distruggendo il tessuto di storia e conoscenza della Puna. Basti pensare agli sforzi fatti dal progetto per recuperare i disegni e le tecniche tradizionali del tessere andino o le coltivazioni tipiche autoctone quali quinoa e kiwicha per avere la misura dei danni che già queste migrazioni hanno prodotto nel tessuto comunitario.
Al momento il livello di coesione e formazione dei gruppi di giovani con sui si viene lavorando; il recupero di varie coltivazioni e di campi abbandonati (anche grazie alle ristrutturazioni delle opere idriche comunitarie) che hanno un piccolo mercato interno con prodotti biologici ed autoctoni appetibili nella gastronomia andina che sta prendendo auge; i 3 gruppi di tessitrici che hanno sviluppato un prodotto competitivo e qualitativamente molto buono e possono esporre nei centri; ci forniscono un ottimistico panorama rispetto all’impatto che una buona struttura di accoglienza turistica avrà nelle dinamiche proporzionate dal progetto per lo sviluppo comunitario globale.

Il progetto si è concluso nel 2012.

Sostegno ai minori in Bosnia-Erzegovina

SOSTEGNO AI MINORI IN BOSNIA-ERZEGOVINA

Titolo del programma: Sostegno ai giovani in stato di indigenza e abbandono

Settore: Educazione

Paese/Regione: Bosnia Erzegovina

Partner locali: Ministero Affari Civili dei Cantoni di Tuzla (FBiH), di Podrinje (FBiH) e del Municipio di Doboj (RS). Centri di Servizio Sociale dei Comuni di Gradacac (Cantone di Tuzla), del Comune di Gorazde (Cantone di Podrinje) e del Comune di Doboj (RS).

Enti finanziatori: Ministero degli Affari Esteri, Provincia Autonoma di Bolzano

Data inizio progetto: 1° febbraio 2009

Durata: 36 mesi

Obiettivi: Il progetto vuole contribuire a sostenere e sviluppare il processo di deistituzionalizzazione dei minori privi di tutela genitoriale in Bosnia Erzegovina e interventi di sostegno a favore di giovani in particolare stato di indigenza e abbandono. In particolare il progetto intende rafforzare le iniziative di Affidamento Familiare, sia intra-familiare (famiglia allargata) che etero-familiare (altra famiglia) nei comuni di Gradacac (Federazione della Bosnia Erzegovina – FBiH) e nel Comune di Doboj (Repubblica Srpska – RS) e nel contempo offrire strutture residenziali che favoriscano un migliore sviluppo psico-fisico relazionale per i minori in mancanza di figure genitoriali tramite la realizzazione di un’esperienza pilota di 2 Comunità Educative di Tipo Familiare (C.E.T.F.). Inoltre il progetto vuole ridurre l’abbandono scolastico e sostenere le attività di orientamento e formazione professionale per le ragazze/i, dotati di buone capacità di apprendimento, in particolare stato di indigenza ed abbandono, nel Comune di Gorazde.

Beneficiari: Il progetto è destinato a 20 Minori Affidati e 20 Famiglie Affidatarie, a 20/25 Minori in entrata nelle 2 nuove Comunità Educative di Tipo Familiare (C.E.T.F) realizzate a Gradacac e a Doboj, a 15 Ragazzi e Ragazze, delle scuole secondarie, con un buon profitto scolastico, appartenenti a famiglie particolarmente indigenti nel Villaggio di Ilovaca, Comune di Gorazde, a 295 Ragazze e Ragazzi di Ilovaca e Srebrenica coinvolti in attività educative e ricreative, a 12 Operatori delle Comunità Educative di Tipo Familiare (C.E.T.F.) messi a disposizione dai Centri di Servizio Sociale dei Comuni di Gradacac (FBiH) e Doboj (RS) e al Personale Direttivo, Tecnico e Amministrativo dei Servizi Sociali e delle Associazioni locali di riferimento attive sul territorio nel settore degli Affidamenti Familiari, della protezione dei Minori e delle Politiche Giovanili.

Attività previste:

Individuazione, acquisto e riabilitazione di 2 abitazioni civili per la realizzazione di due piccole Comunità educative di Tipo Familiare (C.E.T.F.) nelle città di Doboj e Gradacac;

Formazione e aggiornamento per il personale locale destinato alle Comunità Educative (C.E.T.F.)

Realizzazione del piano programmatico per gli Affidamenti Familiari nei Comuni di Doboj e Gradacac, attraverso l’elaborazione del programma formativo per gli Operatori e per le Famiglie interessate e il piano per il monitoraggio e la verifica degli Affidamenti Familiari.

Sostegno scolastico e orientamento professionale dei Minori e dei Giovani attraverso la realizzazione di un Centro di Aggregazione Giovanile per i giovani residenti nella comunità remota di Ilovaca con relative attività educative, di orientamento professionae e di animazione; il sostegno alla scolarizzazione per studenti provenienti da famiglie povere e indigenti; la realizzazione di attività culturali e ricreative per giovani nel territorio di Srebrenica.

Il progetto si è concluso nel 2012.